Il caos normativo in nome della lotta alla pandemia
Mai come oggi contribuenti e professionisti sono soffocati da una serie di norme e di adempimenti che si susseguono senza soluzione di continuità, in un turbinio di regole contingenti e spesso inutili. Talvolta create ad arte perché nella confusione generale e nella difficoltà di applicazione/fruizione molti contribuenti rinunciano agli esigui benefici.
Il tutto in un contesto di profonda difficoltà economica e di crescente disagio sociale.
Facciamo riferimento in particolare alle misure previste dalla recente Legge di bilancio (L. 178/2020) che, tra l’altro, rinvia a più di 180 norme secondarie attuative!
I microbonus di tutti i tipi (occhiali, cellulari, coltelli, sanitari per bagno etc.) non perseguono alcun obiettivo di crescita economica ed andranno ad aggiungersi alla miriade di crediti d’imposta già esistenti ante pandemia, allontanando ancora più l’obiettivo della semplificazione del quadro normativo.
Tra l’altro, risulta incomprensibile il cd “bonus chef” attribuibile a coloro che, per fruirne, dovrebbero fare investimenti essendo nel contempo oggetto di pesanti misure restrittive.
Forse sarebbe stato necessario procedere esattamente all’opposto: prendere come pretesto il Covid quale evento eccezionale, per azzerare tutto il sistema delle “tax expenditures” (che crea discriminazioni oggettive e soggettive) e, contestualmente, ridurre le aliquote fiscali significativamente per tutti. Questo anche in chiave di lotta all’evasione tributaria (che diminuisce al diminuire della pressione) e senza ricorrere a misure legate alla sorte. Facciamo riferimento al cash-back ed alla lotteria degli scontrini, che daranno un premio a chi già utilizza i pagamenti con mezzi elettronici, con costi per lo Stato che dovrebbero contribuire a modellare i comportamenti sociali ma sui quali abbiamo motivo di dubitare. Mentre non dubitiamo che tali misure incrementino ancora una volta le casse degli istituti di credito.
In questo periodo di ristrettezze economiche, non sono inoltre passati inosservati, da un lato, l’inutile sperpero di risorse pubbliche (facciamo riferimento in particolare ai banchi a rotelle ed al bonus “presepe”) e, dall’altro, le mirabilianti promesse alle imprese che si traducono in magri e poco più che simbolici ristori (ad esempio il bonus sanificazione) che, inoltre, sarebbe stato opportuno disciplinare in un unico corpo normativo, codificando stabilmente i criteri di intervento e commisurando la misura degli indennizzi alle imposte pagate nel triennio precedente (questo sì in chiave antievasione almeno per il futuro!). Invece si va avanti con misure “tampone”, provvedimenti emergenziali che si rincorrono (Cura Italia, Rilancio, Liquidità, D.L. Agosto e decreti Ristori a go-go) e rinvii di scadenze irrisori, come quelli relativi agli atti di accertamento ed alle cartelle esattoriali che i contribuenti non saranno certamente nella condizione di soddisfare.
Aggiungiamo inoltre che lo spettro della patrimoniale che di tanto in tanto “aleggia”, non fa bene ai mercati, agli imprenditori che vorrebbero investire ed a tutti coloro che già contribuiscono con l’ IMU e con la ricchezza lecita e già tassata alla luce del sole.
Questo Governo continua imperterrito a muoversi in autonomia, senza ascoltare minimamente i Commercialisti che sono prevalentemente i destinatari intermedi di tale babele di misure e non sono stati finora destinatari di misure di sostegno. Si fanno gli Stati Generali, si pensa di istituire faraoniche task-force e di attribuire poteri pseudo normativi all’Agenzia delle Entrate. Tutto sopra le nostre spalle ed a nostra insaputa, mentre il Ministro delle Finanze ringrazia i dipendenti dell’Ade, ignorando coloro che con il loro paziente lavoro di ascolto e contatto con la clientela svolgono un ruolo di “pacificazione sociale” e di front- office gratuito allo Stato.
Per Sindacato italiano Commercialisti
Il Comitato Direttivo